DA CHE PARTE PUZZA IL PESCE

DA CHE PARTE PUZZA IL PESCE

Ecco trovata la soluzione a tutti i problemi venatori: secondo alcuni consiglieri regionali, "per separare il grano dal loglio", nel mondo dei cacciatori, basta sospendere la caccia.
Niente caccia - secondo questi geni della politica - e dunque niente bracconaggio.
Se la ricetta fosse così semplice potremmo applicarla a molti altri aspetti della vita quotidiana.
Ad esempio, poiché gli incidenti mortali sulle strade sono frequentissimi e al volante delle auto vi sono legioni di ubriachi, di pirati e di gente che dovrebbe andare in monopattino, potremmo di botto sospendere la circolazione automobilistica.
Altrettanto si potrebbe fare per le gite in montagna, vista la mortifera leggerezza con cui molti affrontano le vette.
Estendendo il concetto, visto che questo - fatte salve le singole eccezioni - è a detta di molti il consiglio regionale di più basso livello che mai si sia visto negli ultimi venticinque anni, potremmo sospenderne l'attività perché smetta di far danni.
E' evidente che non si può ragionare così, perché decisioni del genere eliminerebbero solo il grano e non il loglio.
I cacciatori onesti, ad esempio, starebbero infatti a casa, mentre i bracconieri continuerebbero a fare il loro comodo.
La ricetta efficace invece è un'altra: applicare la legge.
La Regione ha infatti già il suo bravo setaccio: la legge 30 che riforma la caccia e che il consiglio regionale, in uno dei suoi rari sprazzi di lucidità, ha approvato nel dicembre del 1999.
Essendo passata "blindata", così com'era stata redatta e senza che certi consiglieri ci mettessero il becco, è una delle poche norme regionali passate indenni al vaglio del Governo, per di più in un'epoca in cui il ministero dell'ambiente era retto dal verdissimo Edo Ronchi.
Il problema è che la Regione, questo setaccio di cui si è dotata, ora non ha il coraggio di usarlo ed anzi, sotto la spinta del "loglio" venatorio, fa di tutto per renderlo inefficace.
Basti ricordare come si comportò quando ci furono i corsi e gli esami per i direttori delle riserve: furono promossi cani e porci attraverso un esame che sarebbe stato ritenuto offensivo dai bambini delle elementari.
La legge 30 (art. 42 comma 2) dice che entro trenta giorni dalla promulgazione la giunta regionale avrebbe dovuto definire gli assetti degli organismi atti a farla funzionare.
Ebbene, sono passati due anni e ancora deve nascere l'Istituto Faunistico Regionale, uno dei fondamentali pilastri sui quali si regge la riforma.
La stessa legge 30 (art. 42 comma 3) dice inoltre che entro un anno il consiglio regionale avrebbe dovuto riformare la vigilanza ambientale, oggi terribilmente carente.
A due anni di distanza il consiglio deve ancora cominciare a pensarci.
Il fatto è che sono troppi, tra quanti scaldano gli scranni dell'assise regionale, coloro che danno ascolto al "loglio" della caccia e uno degli effetti di ciò fu, poco tempo prima della disgrazia in cui ad Ampezzo venne ucciso un ragazzo con un colpo a pallettoni, l'emanazione di una norma (poi cassata dal Governo) che riammetteva appunto i pallettoni per la caccia al capriolo.
Davanti a tutto ciò i quesiti sono i seguenti: 1) dove sono stati, fino ad oggi, i consiglieri regionali che ora vorrebbero sospendere la caccia? 2) di chi è la colpa se certa gente spara a pallettoni, se Aroldo Prosperi è costretto a vigilare di persona - morendone - la riserva di Torviscosa e se, in assenza dell'Istituto Faunistico Regionale, troppi censimenti e piani di abbattimento sono ancora caratterizzati da un'involontaria comicità?
In qualsiasi stato di diritto la disapplicazione della legge da parte di chi ha il dovere di farla rispettare costituisce reato, quantomeno di omissione di atti d'ufficio.
Io non so se, nel nostro caso, un simile comportamento da parte delle istituzioni regionali possa essere considerato tale.
Forse la magistratura potrebbe dare una risposta al quesito.
So però che, in ogni caso, ciò è dannoso per la certezza del diritto e per la fiducia nelle istituzioni.
Vogliamo proprio sospendere temporaneamente la caccia per dare una lezione, senza distinzioni, ai responsabili del degrado del mondo venatorio?
Bene: potremmo al limite accettarlo, purché anche questo Consiglio regionale, per lo stesso motivo, si autosospenda e se ne vada a casa.
Il pesce puzza sempre dalla testa.

Marco Buzziolo - Il Friuli  2 dic. 2001