decalogo

DECALOGO DEL GESTORE-RISERVISTA

Tieni i migliori rapporti con i proprietari dei terreni e con tutti i lavoratori nella natura.  Discorri con loro, da amici, sono fonte inesauribile d’informazioni. Quando opportuno, premiali.
Gestire significa operare valorizzando. Se lo farai accortamente, ne parleranno i cacciatori ma pure i tecnici, gli ambientalisti ed i fruitori generici.

Non si valorizza senza etica morale, succo della vita, strada che il genere umano percorre da tempo immemorabile.

La tua riserva è la riserva altrui. Va popolata, curata, sfruttata assieme ai compagni, in armonia.
Quando le scelte altrui sono errate, convincili a correggersi. Quando le tue scelte sono errate, riconoscilo apertamente, avrai qualche amico in più e una riserva più ricca.

Il bene prodotto –selvaggina-, è proprietà dello Stato ma tu ne sei il principale beneficiario. Quindi usa l’amore e la cura del fattore, preleva con la coscienza del naturalista, tratta con l’accorta sapienza dell’artigiano.

Una riserva che abbondi di una determinata specie è redditizia. Quando le specie sono diverse, è ricca. Il principio della biodiversità deve essere il tuo principio.
La “selezione” è un metodo ottimizzato di prelevo, quindi sempre attributo di gestione. Non convincere nessuno che sia semplicemente un metodo di caccia. Ne falseresti il significato e il fine, perdipiù a tuo stesso discapito.
La caccia “alla seguita” è un mezzo di prelevo semplice, quando attuata correttamente. Quando sia viziata da ignoranza ed egoismo diventa “distruzione”. Quindi, il segugista onesto ha diritto a tutto il tuo rispetto ma il briccone va combattuto alla stregua del selezionatore infedele.
Lo stesso principio si applica a qualsiasi altra forma di caccia. Poiché l’onestà “danneggia” solo gli onesti mentre la disonestà -soprattutto quella intellettuale- danneggia tutti, denunciare il compagno deviato è atto di civiltà e rispetto per i retti, non vigliaccheria. Fallo!