filo

AFFILATURA degli ARNESI DA TAGLIO

Cominciamo a scegliere le pietre.

Una lama danneggiata può essere rifinita a mola o con pietre manuali a grana grossa, dopodiché sarà necessario passare alle pietre medio-fini. La scelta cadrà sulle pietre da usarsi ad olio e che consentono una lavorazione più fine, inoltre, possono utilizzarsi pure con petrolio o nafta o kerosene (Gli ultimi due aggrediscono l’acciaio). Citabili, per la loro praticità, le "sintetiche" utilizzate nell’industria, a firma: NORTON, CARBORUNDUM, ecc. (Le trovate nei negozi di forniture per officina meccanica). Meglio, sempre, di dimensioni adeguate all’arnese da affilare. Per lavori "di fino" possiamo utilizzare ancora le "sintetiche" ovvero scegliere tra le "naturali", non sempre facilmente reperibili (e che inoltre, in mancanza di una certa manualità, potrebbero essere rovinate).

 

A quanti ritenessero optare per soluzioni meno impegnative e forse anche più pratiche, torneranno utili i "set" della LANSKY, VICTORINOX, ecc. che dispongono di pietre sintetiche di grana diversa, pietre diamantate da usarsi a secco e pietra nera naturale.

Sgrossiamo la lama.

Nell'uso di caccia, l’angolo d'affilatura varia generalmente da 22° a 15°, secondo la qualità del materiale e la destinazione d’uso: può essere un machete ad utilizzare il primo filo, sarà sicuramente un coltello d'acciaio fine ad utilizzare il secondo. Verseremo qualche goccia d’olio sulla pietra, ci appoggeremo la lama con l’inclinazione voluta -con modica pressione- e la faremo ruotare –sempre nello stesso senso- alternando ogniqualtanto il lato della lama. La sequenza va ripetuta con pietre di grana sempre più fine, sino a soddisfarci. Per un uso "normale" del coltello, sarà sufficiente finire con una grana medio-fine. Per un uso più ricercato ("rasoio") dovremo finire con grana finissima o pietra naturale e quindi i più sofistici passeranno alla "coramella" sulla quale, pure, avran deposto una goccia d’olio. Questo tipo di filo potrà essere attuato con angolazione anche inferiore ai 15° peraltro, sarà ben più delicato del precedente. Nulla vieta, a chi dispone di mano ferma, d’usare gli attrezzi al rovescio: coltello ben bloccato, pietra che ruota (il caso, per esempio, di una pietra troppo piccola). Generalmente e su acciai normali, vengono consigliati ed utilizzati i seguenti angoli. 17°-Un angolo molto acuto, raccomandabile per lame uso rasoio o lavori simili. Esecuzione estremamente fine ma pure dal filo estremamente delicato. 20°-Un angolo più comunemente usato, pure su lame di qualità. Affilatura eccellente usata pure su coltelli da cucina. 25°-Un angolo raccomandabile sulla maggior parte dei coltelli che hanno bisogno di un filo resistente. Generalmente, per uso promiscuo. 30°-Un angolo di notevole apertura per coltelli destinati ad un uso pesante, machete, pennati, accette, mannaie.

Verifichiamo il filo.

Una lama del primo tipo (finita con grana medio-grossa) sarà capace di tagliare un foglio –sospeso- di carta spessa (giornale). Una lama fine non avrà problemi a tagliare un foglio sospeso di carta velina o a sbarbarvi.

Ripristiniamo il filo.

Se non abbiamo recato danni, limitiamoci a "ravvivare" con l’ultima pietra usata, poche passate. Lo stesso dicasi del filo "rasoio". Le pietre a grana grossa, le mole, le coti da falce, gli acciarini….vanno lasciati dove stanno. Si tratta di mezzi adeguati ad altri usi e vanno pur essi adoperati con cognizione. Passare un acciarino a 25° su un filo a 15° gradi, come ho visto fare da "uno che se ne intendeva"… serve solo a rifare completamente la routine d’affilatura.

 

Tre "Nicker", coltelli capaci di smembrare una carcassa.

Un "serramanico", la lama "Skinner" si presta meglio allo scuoiamento.