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Il "colpo di frusta"

E' detta così quella patologia che si evidenzia negli incidenti automobilistici frontali: il corpo viene proiettato in avanti e tornando repentinamente in posizione riceve un contraccolpo alla nuca spesso, con gravi conseguenze.

Mi torna alla memoria l'esame di caccia per il rilascio della prima licenza. Allora c'era una sola associazione, si incaricava di istruire l'avventizio e facendolo, nella mia provincia, poneva in primo piano la sicurezza. Chi veniva abilitato aveva dimostrato, tra l'altre cose, di sapere che l'arma è un oggetto pericoloso e va trattata con considerazione. Nell'ambiente venatorio poi, c'era sempre chi era pronto a farti osservare benevolmente le tue manchevolezze. Allora, se incontravi una persona impressionabile, il compagno tranquillizzava: "E' un cacciatore !"

I tempi sono cambiati, il libero associazionismo ha proliferato e le basilari norme di sicurezza che poi, in più largo senso, sono educazione civica -la stessa che più non s'insegna nelle scuole- vengono sottovalutate.
Succede così che il semplice attrezzo venga maneggiato con troppa disinvoltura, al punto da ferire. Un tempo, il maldestro personaggio sarebbe stato squalificato. Un tempo, quando il "capo" diceva qualcosa, lo si ascoltava con deferenza. Quest'ultimo oggi viene contestato e insultato, armi alla mano! Si, la correttezza viene abitualmente mortificata con la tracotanza, l'educazione viene annegata nella violenza. Che la cosa poi, avvenga tra "amici" (quali amici !), è eclatante.
Il riferimento, nel caso,  va ai fatti di Tarcento (14 nov 2001, "Messaggero Veneto", 17).

Il "colpo di frusta" mi assilla: al totale potrebbe apportare le debite, seppur temporanee, sottrazioni. Diffalcare questi personaggi inqualificabili, dirigenti dediti al clientelismo, duttili guardacaccia e "portaborse", amici "elettori garantiti". Che resterebbe? Tanto, ovvero tutta la massa da educare sin dai principi basilari! Perché democrazia non è anarchia ne terrorismo!

Livio Penco