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"Scolpite nella roccia"

IL CACCIATORE CIBERNETICO

Confesso che ho esitato non poco prima di scrivere questo articolo, nel timore di far pubblicità al malefico congegno di cui mi accingo a parlare.

Ma poi mi sono detto - con il Manzoni - che non sarà certo il povero untorello che scrive su "Il Friuli" a spiantare Milano.

Inoltre sulle riviste venatorie già compare la relativa propaganda con tanto di fotografie. Mi riferisco ad uno strumento elettronico che - udite udite serve a rintracciare la selvaggina colpita e caduta nei luoghi densi di vegetazione e tali da renderne difficile il reperimento. E' grande come una torcia elettrica ed ha la proprietà di rilevare le fonti di calore.

Compreso il calore animale.

In sostanza esso rileva il calore dell'animale abbattuto e guida il cacciatore nel luogo preciso in cui giace la preda.

Presentato così e se non ci si ferma a riflettere, uno potrebbe anche dire: "Ma guarda che novità", Invece la questione è molto, ma molto più subdola.

Infatti, se il diabolico strumento riesce ad individuare l'esiguo calore, per di più in rapido e progressivo esaurimento, di una beccaccia morta, ancor meglio sarà in grado di individuarlo quando la beccaccia è viva, bella calda e rannicchiata tra le foglie e i rovi.

Così, se questo strumento prenderà piede e non ho motivo di dubitarne visto che al peggio non c'è limite . vedremo ben presto i cacciatori (??) aggirarsi nei boschi tenendo In una mano il fucile e nell'altra il micidiale individuatore di fauna selvatica a testa cercante.

Il principio del missile aria-aria "Sidewinder" a ricerca di calore, applicato all'attività venatoria. Come se i cacciatori non avessero già il loro bel "cercafauna" selezionato dalla natura in millenni di evoluzione.

Parlo del cane, il meraviglioso "nasocercante" per il quale la caccia è una ragione di vita. E pensare che già bisognerebbe arricciare il naso davanti al cosiddetto "beeper", strumento parimenti elettronico che si mette al collare del cane per sostituire, nella caccia in bosco, il vecchio e romantico campanaccio.

 Un aggeggio di plastica il quale, ogni qualche secondo, emette un petulante "beep" e, quando il cane è in ferma, anziché zittirsi come fa il carnpanaccio, incomincia a prodursi in una manfrina di "beep" ravvicinati e prolungati che segnalano con precisione la posizione del cane.

Dando quindi alla beccaccia in questione minori probabilità di farla franca ed eliminando, di botto, tutto il "pathos" che il silenzio improvviso del campanaccio conferisce a questo tipo di caccia.

Ricordate ciò che vi dicevo qualche settimana fa, quando parlavo del concetto britannico di "sportsman"?

Quello secondo il quale, per il gentiluomo, il divertimento sta nel cacciare o pescare complicandosi la vita?

Ebbene il "beeper" e - horresco referens - il "trovafauna" a ricerca di calore, costituiscono esattamente l'opposto della dignità insita nel concetto di "sportsman".

Nel grande palazzo della Sony di Berlino ho visto in azione il cagnolino robot costruito dall'azienda giapponese: gioca con la palla, saltella di qua e di là e, a suo modo, è persino simpatico.

Credete che sia tecnicamente impossibile attrezzare questo cagnolino cibernetico con il trovafauna a ricerca di calore?

Ecco il passo successìvo: bracchetto della Sony sguinzagliato per il bosco con "beeper" al collo e cacciatore al seguito con fucile in polimeri che non spara pallini, ma un minimissile a testa cercante, pretarato - a scelta - su beccaccia, fagiano, gallo forcello (maschio) ed ogni altro tipo di fauna cacciabile.

Fine delle "padelle", fine della necessità di addestrare il cane, fine dell'esigenza di mantenerlo e di accudirlo, fine dei peli in macchina, fine delle sue pisciatine sul muro di casa.

Ma anche fine del suo amichevole scodinzolare, fine dello sguardo di muta adorazione che ti rivolge, fine della malizia con cui fa melina portandosi in giro per il bosco la beccaccia abbattuta prima di consegnartela con somma degnazione, fine del suo mugolare mentre mendica un pezzo del tuo panino, fine del calore del suo muso affondato nella piega del tuo braccio, fine delle sue leccatine sulla mano per farti capire che ti vuoI bene.

Fine della caccia.

Marco Buzziolo