MOTIVAZIONI DEL BLOCCO DELL’ATTIVITA’ ALLO
ISTITUTO NAZIONALE PER LA FAUNA SELVATICA
L’Istituto Nazionale per
la Fauna Selvatica, INFS, Ente di ricerca con sede unica ad Ozzano dell’Emilia
(Bologna) è in Italia l’Organo dello Stato che ha responsabilità del
monitoraggio faunistico e della produzione delle indicazioni
tecnico-scientifiche di supporto alle decisioni, in materia di conservazione
della fauna e di gestione dell’ambiente, che vengono assunte dallo Stato, dalle
Regioni, dalle Province e dalle Aree protette.
L’Istituto, che gode di ampio prestigio a livello internazionale a testimonianza
della professionalità dei propri dipendenti, soffre ormai da anni di
insostenibili carenze di organico (attualmente 30% della pianta organica
approvata) e riduzioni (pari al -26% negli ultimi 10 anni), nonché di
sistematici tagli ai fondi strutturali trasferiti dallo Stato.
Per l'anno 2007 il contributo dello Stato non è sufficiente a coprire nemmeno
una parte delle spese di funzionamento ed addirittura è insufficiente alle sole
spese di personale dipendente. Da anni il personale precario (pari a circa il
50% dell’attuale personale in servizio) non è finanziato dai contributi dello
Stato, pur avendo contribuito in questi anni anche allo svolgimento delle
attività istituzionali dell’Ente. Paradossalmente neppure l'esiguo contributo
vigente viene erogato regolarmente: nulla è stato versato dello stanziamento per
il 2006 e tuttora deve essere saldato gran parte di quello relativo al 2005.
Va ricordato anche che il personale dell’INFS non ha ancora visto applicati
pienamente i contratti collettivi di lavoro relativi ai periodi 1998-2001 e
2002-2005; a titolo di esempio, non sono stati ancora versati gli arretrati
contrattuali relativi agli anni 2004-2005, né sono stati ancora espletati i
concorsi per le progressioni di carriera previsti nel contratto 1998-2001.
Il personale dell’INFS ha reagito a questa drammatica situazione ottenendo fonti
di finanziamento alternative e stipulando numerose convenzioni e contratti, i
quali hanno consentito di supplire, fino ad ora, ai tagli ed ai ritardi subiti
nel trasferimento dei fondi ordinari da parte dello Stato. Oggi, tuttavia, la
situazione è giunta al totale collasso. A tale riguardo si può citare il blocco
dei pagamenti ai fornitori, necessariamente attivato dalla Direzione, al fine di
garantire l’erogazione degli stipendi ai dipendenti negli ultimi mesi del 2006.
Ma sull’INFS gravano anche altre pesanti minacce; questo Ente è infatti da
troppo tempo soggetto a violente ed indebite pressioni politiche che mirano a
piegare la dignità professionale dei dipendenti, a fronte di pressioni
ricattatorie connesse al trasferimento dei fondi ordinari, se non di chiusura
definitiva dello stesso Ente. Tali pressioni, che originano sia da esponenti del
mondo politico che da alcuni rappresentanti di Amministrazioni Regionali ed
Associazioni venatorie, mirano ad ottenere che l’INFS produca pareri di
comodo su materie sensibili in modo da giustificare una non corretta
applicazione dei dettati delle Direttive comunitarie e delle norme nazionali in
materia di conservazione della fauna.
Tutto questo in un contesto di gravi procedure di infrazione da parte dell’UE
nei confronti dell’Italia, causate proprio dalla mancata aderenza, primariamente
per ragioni legate alla caccia, ai dettati delle Direttive Comunitarie. Tali
procedure, ove non seguite da una doverosa applicazione delle norme comunitarie
da parte dell’Italia, possono costare allo Stato multe di milioni di Euro e
rischiare di impedire all’UE di elargire miliardi di Euro in sostegni
all’agricoltura nel nostro Paese.
Nel corso degli ultimi anni queste pressioni hanno raggiunto livelli gravissimi.
Ciò nonostante, il personale dell’INFS ha mostrato una profonda dedizione
all’importantissimo ruolo di supporto scientifico alla conservazione
dell’ambiente, resistendo sia a tali pressioni indebite, sia ad una situazione
lavorativa al limite del collasso.
Come se non bastasse si è giunti persino alla situazione, gravissima e
paradossale, di membri del Consiglio Direttivo dell’Ente, la Sig.ra Viviana
Beccalossi, rappresentante della Conferenza Stato-Regioni, ed il Sig.
Sergio Berlato, rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
i quali hanno ripetutamente denigrato l’operato dell’Ente e la dignità
professionale dei dipendenti, giungendo la prima a tacciare pubblicamente i
pareri espressi dall’Ente come “ideologici”.
A fronte di questa situazione drammatica, il personale dell’INFS riunito in
assemblea, ha deciso di sottolineare come non si senta affatto rappresentato da
un Consiglio Direttivo di Amministrazione che non è stato in grado di
sollecitare tutte le possibili iniziative volte a costruire le convergenze
politiche necessarie a risolvere la gravissima situazione finanziaria presente
ed indicare una prospettiva futura per l’Ente.
In una realtà europea e globale sempre più proiettata verso lo sviluppo della
ricerca, anche nel campo della conservazione della fauna e dell’ambiente, a
fronte anche dell’impegno espresso nello stesso programma politico dell’attuale
maggioranza, si chiede che il Governo italiano non rinunci al patrimonio di
conoscenze, informazioni e professionalità che l’INFS può e desidera fortemente
continuare ad offrire al Paese.
Come già preannunciato nei comunicati stampa diramati dalle OO.SS. (FLC-CGIL,
FIR-CISL, UIL-PAUR, USI-RDB) in data 22.11.2006, il personale INFS denuncia
l’impossibilità materiale dell’Ente di far fronte fin d’ora ai compiti
istituzionali in materia – tra l’altro – di calendari venatori, conservazione e
controllo della fauna, recepimento di deroghe comunitarie, accertamento del
rischio di influenza aviaria.
Il personale
dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica
riunito in assemblea.
Ozzano dell’Emilia, 23-11-2006